Il linguaggio del corpo non ha come unico obbiettivo comunicare per capirsi e capire, è anche un ottimo modo per aiutare se stessi, quando si spiegano concetti difficili, o quando la memoria a breve termine è sotto pressione o in sovraccarico.
La corporeità assume una grande importanza nella comunicazione: alcune ricerche hanno dimostrato infatti che la comprensione dei messaggi di dialogo dipende per il 7% dalle parole, per il 38% dal tono di voce, per il 55% dalla gestualità. È stato dimostrato da studi scientifici che circa l’80 % dell’informazione arriva al cervello attraverso gli occhi, attraverso quello che osserviamo, a conferma di quanto il linguaggio del corpo sia una componente importante, se non fondamentale, della comunicazione.
Gesticolano anche le persone che parlano al telefono; gesticolano i bambini piccolissimi; gesticolano i non vedenti quando parlano con altri non vedenti.
Gesticolare aiuta a pensare meglio, a concentrarsi, a memorizzare parole chiave e concetti importanti. Chi usa gesticolare, nel parlare, nello studiare, nel comunicare, ottiene risultati migliori.
Giocare con qualche oggetto, grattarsi il naso, la nuca o aggiustarsi l’orologio… e numerosi altri comportamenti simili sono tutti dei segnali che produciamo senza sosta, in modo inconscio e senza un apparente motivo. Eppure é proprio sulla base di questi gesti involontari che sviluppiamo sentimenti di attrazione, diffidenza o disagio nei nostri comuni rapporti.
Probabilmente fra soggetti che interagiscono, vi è sempre un flusso informativo: non si può non comunicare; l'incomprensione non significa assenza di comunicazione. Piuttosto non c'è vera comunicazione se il messaggio si muove in un senso solo, se vi è possibilità che sia imposto. Atteggiamenti, posizioni, espressioni del viso e del corpo, esprimono i pensieri, le emozioni, le sensazioni: è il corpo che parla più forte delle parole.
Addirittura, occorre ricondursi al movimento per descrivere emozioni o pensieri. Sono di uso comune espressioni verbali come:” faceva salti di gioia”,” pestò i piedi dalla rabbia”,” gli corse incontro”
Addirittura, occorre ricondursi al movimento per descrivere emozioni o pensieri. Sono di uso comune espressioni verbali come:” faceva salti di gioia”,” pestò i piedi dalla rabbia”,” gli corse incontro”
Segnali di gradimento
Nel viso il centro del piacere è la bocca. Accarezzarsi le labbra, mordicchiarsele o, meglio ancora, passarci sopra la lingua indica un notevole gradimento da parte del nostro interlocutore. Nei confronti di quello che stiamo dicendo, se il segnale avviene in corrispondenza con una nostra parola, proposta o argomento: pertanto ci conviene approfondire quel tema per suscitare approvazione nell’altro. Se invece il segnale di gradimento viene dato in continuazione, ad esempio mordicchiandosi il labbro di continuo, meglio ancora: significa che il gradimento riguarda la nostra persona.
· Leccarsi le labbra ripetutamente è in genere segno di gradimento fisico o intellettuale rispetto ad un argomento di particolare interesse.
· L’apertura o la chiusura della bocca è il segnale di desiderio o di repulsione per qualcosa; in particolare il tenere la bocca serrata, con le labbra strizzate indica una situazione di forte scontentezza, di frustrazione, di rifiuto, di disapprovazione.
· Chi si morde le labbra, invece, dichiara indirettamente di voler dire qualcosa che non può dire o di avere un segreto che non può confessare e che ha paura che gli sfugga.
Altri segnali positivi sono succhiare un oggetto, spingere le labbra leggermente in fuori, leccarsi le labbra, premere la lingua all’interno delle guance, accarezzarsi mento e collo Spostare il busto o il corpo in avanti, verso di noi, simboleggia un avvicinamento psicologico nei nostri confronti: insomma, gli piaciamo! Lo stesso vale per lo spostamento di oggetti verso noi stessi: sono seduto a un tavolo, l’interlocutore è dall’altra parte e avvicino a me una penna, un foglio, un bicchiere. Significa che l’argomento mi interessa e cerco simbolicamente di avvicinarlo a me.
Puntare il piede, soprattutto il destro, verso qualcuno vuol dire che siamo attratti da quella persona, o da quello che sta dicendo. Mentre tenere un atteggiamento aperto, con braccia aperte e gambe non conserte, denota cordialità e disponibilità. Alcuni gesti hanno una valenza seduttiva: accarezzarsi i capelli o giocare con collana, bracciale o anello da parte delle donne; e aggiustarsi la cravatta, un simbolo fallico, da parte degli uomini.
Puntare il piede, soprattutto il destro, verso qualcuno vuol dire che siamo attratti da quella persona, o da quello che sta dicendo. Mentre tenere un atteggiamento aperto, con braccia aperte e gambe non conserte, denota cordialità e disponibilità. Alcuni gesti hanno una valenza seduttiva: accarezzarsi i capelli o giocare con collana, bracciale o anello da parte delle donne; e aggiustarsi la cravatta, un simbolo fallico, da parte degli uomini.
Segnali di rifiuto
Il naso è il centro dello sgradimento. Se mentre sto parlando l’interlocutore si gratta il naso ripetutamente può significare che l’argomento, o la mia persona, gli stanno causando una forte tensione. Si potrebbe obiettare: ma come, non ci si può grattare semplicemente perché il naso prude? Certo che sì. Ma il prurito è causato da una vasodilatazione dei capillari, che reagiscono a situazioni di stress. E se la persona che si gratta è stressata ci sarà pure un motivo. Sfregarsi le narici con le mani è in genere un segno di rifiuto per qualcuno o qualcosa, o un tentativo di dissimulare le proprie vere intenzioni. Si tratta infatti di un "dirottamento" di un altro gesto molto più indicativo di chi sta dicendo una bugia: quello del portarsi la mano sulla bocca, tipico nei bambini. L’adulto, invece, riesce a controllare in misura maggiore i propri istinti e la propria gestualità; ecco allora che il gesto istintivo di coprire la bocca dopo aver detto una bugia si camuffa con quello di pizzicarsi o grattarsi il naso.
Anche spostare il corpo indietro, lontano dall’interlocutore, non è un buon segnale: equivale a prendere le distanze da lui. Così come spostare oggetti lontano da noi: significa che vogliamo allontanare l’argomento o la persona. Spolverare o spazzare via dagli abiti o dal tavolo polvere o briciole ha un significato preciso: non voglio farmi carico di questi problemi. Mentre il colpo di tosse e il raschiamento della gola sono un rifiuto netto di quanto stiamo dicendo. E, ovviamente, gambe accavallate e braccia conserte sono segnale di chiusura. Ma anche qui bisogna stare attenti. Non è detto che chi assume questa postura ci sia ostile: forse si sta soltanto rilassando in una posizione comoda. Serve trovare conferme alla nostra tesi. Come diceva Sherlock Holmes, “un indizio è un indizio, due sono due indizi, tre sono una prova”.
Anche spostare il corpo indietro, lontano dall’interlocutore, non è un buon segnale: equivale a prendere le distanze da lui. Così come spostare oggetti lontano da noi: significa che vogliamo allontanare l’argomento o la persona. Spolverare o spazzare via dagli abiti o dal tavolo polvere o briciole ha un significato preciso: non voglio farmi carico di questi problemi. Mentre il colpo di tosse e il raschiamento della gola sono un rifiuto netto di quanto stiamo dicendo. E, ovviamente, gambe accavallate e braccia conserte sono segnale di chiusura. Ma anche qui bisogna stare attenti. Non è detto che chi assume questa postura ci sia ostile: forse si sta soltanto rilassando in una posizione comoda. Serve trovare conferme alla nostra tesi. Come diceva Sherlock Holmes, “un indizio è un indizio, due sono due indizi, tre sono una prova”.
Segnali specifici
Esistono, poi, che non rientrano nelle categorie di gradimento o rifiuto, ma hanno un significato più complesso. Come grattarsi il capo: chi lo fa ha un grattacapo, cioè un problema da risolvere. E grattarsi o massaggiarsi la fronte? In questo caso l’interlocutore non ha chiaro l’argomento della discussione e gradirebbe un chiarimento.
Grattarsi o massaggiarsi l’orecchio, o la zona circostante, esprime una pulsione sessuale inibita. Vorrei, ma non posso. Esempio: sto parlando di una donna con un amico, e lui comincia a grattarsi l’orecchio. Significa che ne è attratto sessualmente, ma esiste un vincolo all’appagamento. Se si gratta l’orecchio destro vuol dire che è lui a porsi delle remore; se si gratta il sinistro è l’amica che non ci sta.
Grattarsi o massaggiarsi l’orecchio, o la zona circostante, esprime una pulsione sessuale inibita. Vorrei, ma non posso. Esempio: sto parlando di una donna con un amico, e lui comincia a grattarsi l’orecchio. Significa che ne è attratto sessualmente, ma esiste un vincolo all’appagamento. Se si gratta l’orecchio destro vuol dire che è lui a porsi delle remore; se si gratta il sinistro è l’amica che non ci sta.
Gli occhi
Nel corso della conversazione, molti sono i segnali che vengono trasmessi –anche inconsapevolmente– dagli occhi al nostro interlocutore:
· frequenti battiti delle ciglia, ad esempio, comunicano paura e nervosismo;
· evitare di incontrare lo sguardo dell’interlocutore è un palese segno di disagio ed imbarazzo;
· dare occhiate di sbieco segnala un atteggiamento di difesa;
· guardare dritto negli occhi la persona che ci parla, invece, dà l’impressione di avere una grande competenza nella materia che è oggetto del colloquio.
Per misurare il grado di attenzione suscitato nell’interlocutore dalle nostre parole, è necessario controllare le variazioni di diametro delle sue pupille: se si dilatano, vuol dire che sta seguendo il nostro ragionamento, se si restringono, è segno che si distrae, non riesce a comprendere il nostro pensiero, o forse non lo approva.
La parola è sotto il controllo dell'io, può essere falsificata, il corpo, invece, si esprime liberamente nell'ambiente.
A volte la comunicazione gestuale non rispecchia quella verbale e da sola riesce a rivelare emozioni o pensieri che vorrebbero essere nascosti.
Il 21 gennaio 2009 ha debuttato su Fox, canale di Sky, la serie “Lie to me”, telefilm americano che racconta le indagini di un ex agente di polizia rilevatore infallibile di inganni e bugie: il segreto sta nel saper riconoscere e interpretare il linguaggio del corpo, che spesso denuncia involontariamente segnali di gradimento, tensione o rifiuto.